Il panico e la lentezza

 



Tutto quello che faccio, io lo faccio troppo velocemente.

Quando ero al liceo, parlavo così velocemente che, a cena, dopo che avevo raccontato qualcosa, mio padre spesso mi diceva: “Non ho capito nulla”. E quando parlavo con qualcuno di sconosciuto notavo, dopo poco, la sua faccia imbarazzata e una strana smorfia comparire sul suo viso, fino a che non esclamava: “Ma perché parli così?”

Secondo me sono migliorata. O, più probabilmente, le persone che conosco ormai si sono assuefatte, perché le persone sconosciute continuano a non capire. Qualche mese fa, durante una chiamata su Skype, mi è stato detto che la mia immagine era disturbata perché gesticolavo troppo velocemente.

Anche muovermi, appunto, lo faccio troppo velocemente. Mi muovo in modo maldestro e faccio cadere le cose. Rovescio le tazze. Sistemo male i piatti dopo averli lavati, e a volte si rompono.

Se apro una confezione, la apro male e la rompo tutta (caratteristica che condivido con mia madre, ed entrambe veniamo da sempre criticate da mio padre e da mia sorella, precisissimi, ai quali, più recentemente, si è aggiunto A). Visto che sono ossessionata dal panico dei rifiuti e cerco di non produrli, non ho tante confezioni da poter aprire male. Però ho i barattoli che riutilizzo. I barattoli possono scivolare e rompersi, sbattere e rompersi ma, soprattutto, possono essere chiusi male (e rompersi). In questo sono molto migliorata, perché era diventata una delle principali cause di litigio con A. Quando gli chiedevo cosa c’era che non andasse, aspettandomi qualcosa di grave e profondo, lui rispondeva: “Non chiudi i barattoli”.

Qualche giorno fa una mia amica mi ha mandato un video di una tipa irlandese che vive in campagna, raccoglie le foglie nel suo giardino per fare le tisane, dà da mangiare agli uccellini che arrivano lì fuori e prepara da sé i prodotti per pulire la casa con ingredienti naturali. L’ho ascoltato mentre mi lavavo e subito dopo, mentre mi vestivo e cucinavo, ho notato una cosa eccezionale: andavo lenta. E, soprattutto, ero contenta di farlo. Ho iniziato ad ascoltare i video come dei podcast, tornando dalla corsa. Il ritorno dalla corsa è diventato lentissimo per poterli ascoltare più a lungo. Molti sono sui ritmi delle giornate, altri sull’andare lentamente, altri su ricette sostenibili bellissime e altri su ricette più improbabili. La mia amica mi ha anche regalato il suo audiolibro e ho iniziato ad ascoltarlo mentre metto a posto, cosa che ha molto migliorato l'ordine della casa.

Ho iniziato anche ad ascoltare i podcast di una libreria bellissima per l’infanzia che mi ha fatto conoscere mia sorella. Questi podcast non c’entrano nulla con gli altri, parlano di albi illustrati, parole, lettura ad alta voce, paratassi e ipotassi. Ma entrambi hanno una caratteristica comune: la voce è calma e lenta.  

Forse come risultato di queste nuove esperienze, ieri e oggi ho fatto una cosa stranissima: ad un certo punto sono stata in giardino senza fare niente.

Io sono terrorizzata dalla possibilità di finire senza fare niente.

Ieri, invece, mi sono detta: “Vediamo un po’ come sta il giardino, se ci sono dei segnali della primavera”. Ho visto dei segnali, poi li ho riportati ad A: “Ci sono delle cose che spuntano” ho detto, perché non ho la minima idea dei nomi delle piante. Però sono stata soddisfatta. Ho raccolto delle foglioline di salvia da mettere nel cavolo per pranzo, perché la salvia era l’unica pianta che mi sembrava essere spuntata, ma, comunque, è anche l’unica tra le varie piantine che io riconosco.

Oggi sono tornata, dopo colazione, con la mia tazza di tè. Sono stata al sole, prima in piedi e poi seduta. Per tanti lunghi minuti, senza fare nulla (credo 7). Ho visto l’ombra di me con la tazza, bevevo e l’ombra beveva. Ho sentito i miagolii di vari gatti e assistito a un loro ritrovo fuori dal giardino. Mi sono seduta e ho guardato il profilo della montagna sul cielo azzurro, come una linea disegnata. Ho pensato che il sole era molto caldo e si poteva pranzare in giardino e, magari, anche fare yoga, e il pensiero subito dopo è stato che se il sole è di nuovo caldo questo vuol dire che la stagione della crema solare è alle porte.

Sono molto soddisfatta di queste mie conquiste sulla lentezza, ma, ancora di più, sono soddisfatta dei podcast. Questa è la vera rivelazione. Se ascolto la musica, io mi devo muovere velocemente. Se la ascolto mentre faccio qualcos’altro, per esempio stretching o cucinare o mettere a posto, mi annoio. So che è un’affermazione orribile, ma a me la musica annoia.

Invece ascolto i podcast e vado lenta.

E, addirittura, sto nel silenzio e ascolto la mia testa, cercando di farla parlare calma e lenta come i podcast.


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