Figli?
Di recente ho pensato alla faccenda dei figli.
Ci ho pensato perché
il mio ragazzo si è iscritto a medicina.
Mi sembra un collegamento chiaro.
Lui si è iscritto a medicina.
Che dura come minimo sei anni.
Più altri cinque.
Come minimo.
Allora io ho pensato ai figli.
Ho quasi trent’anni e non ci avevo mai creduto a quella cosa
che dovremmo avere un orologio biologico: una scemenza, pensavo.
Poi però ho compiuto 29 anni e ho iniziato a contare gli
anni davanti a me al contrario.
Il mio panico ha
iniziato a dirmi: “Se aspetti troppo diventi vecchia. Se aspetti troppo diventi
vecchia. Se aspetti troppo diventi
vecchia.” Io gli ho detto: “Panico, smetti di ripetermelo.” Lui ha cambiato
argomento: “Lui fa medicina. Medicina dura tanti anni. Non vuole avere figli.” -“Panico,
non è vero. Ha detto che gli piace l’idea”- “A tutti piace l’idea dei figli.
Non basta” .
Per placare il mio panico, allora, ho pensato che in fondo è
meglio non farli. Sai tutti quegli anni di ansie che ti risparmi: l’ansia se
cadono e si fanno male e si sbucciano le ginocchia; l’ansia di quando li senti
urlare a squarciagola la notte e pensi subito a una malattia fulminante; l’ansia
che si infilino in bocca chiodi, penne, bottoni, puntine, palline; l’ansia di
perderli al supermercato, l’ansia di perderli al parco, l’ansia di perderli e
basta.
Inoltre, ho pensato a quando li si porta in viaggio e mi
sono chiesta: e se questi posti poi si distruggono, che ne so, si sciolgono o
si bruciano? Se nel giro di qualche anno finisce tutto? Ce li dovrei portare
subito, da piccolissimi. Poi però non se lo ricorderebbero. Quindi è inutile. Un
altro elemento a favore del non averli.
Per chiarirmi l’idea su questa questione dei figli, io ne
parlo con le persone.
Cioè non è che ne parlo proprio con gli sconosciuti e
dico: “Ciao mi chiamo Valeria, ho 29 anni e non so se voglio avere figli per
via della crisi climatica e perché il mio ragazzo è confuso (e credo anche io
ma dico che lo è solo lui che così non devo lavorare su di me)”.
Non lo so se poi questo metta un po’ una sorta di muro tra
me e le persone, blocchi le mie possibilità di conoscenza. Cioè già dice la mia
età. Poi dice che io sono una di quelle che si deprime per il pianeta, una di quelle
che mandano messaggi whatsapp di articoli terrificanti a metà della propria
rubrica o mandano iniziative tipo non usare la plastica per un mese sempre alla
stessa metà della rubrica e appena vanno in un posto non comprano niente con la plastica e guardano malissimo le persone che lo
fanno.
Dico tipo una così.
Tipo.
Però un po’ ne parlo. Cerco di capire che cosa dicono le
persone. Loro mi dicono: e i soldi? Cioè ma il motivo per cui non hai figli è
che non hai i soldi per crescerli, mica è il pianeta o altro. Un punto vero,
devo ammettere. Certo, trattato così da uno sconosciuto forse non è proprio
gentile e bene educato. Noi neanche ci conosciamo e già mi dici che non ho
soldi? Che ne sai? Che ne sai?!
Se sono persone che mi conoscono meglio, dicono: “Beh ma tu
non fai un figlio perché hai il panico.” Anche questo un giusto punto.
Ma io
preferisco non fare figli perché non li potrò portare a vedere un bel
ghiacciaio. Mi pare un punto più nobile.
E che crea meno conflitti. Così non devo arrabbiarmi con il
mio ragazzo o con il mio panico. Oppure impegnarmi in quella cosa che sia
chiama “capire cosa fare nella vita”.
Io e il mio panico abbiamo infinite discussioni giornaliere
sull’argomento figli. Vince sempre lui.
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