Il panico non sa salutare



Io non so salutare.

Potrei scriverlo in maniera più articolata e meno drastica ma non sarebbe veritiero.

Non so salutare da sempre.

Da quando mia madre mi portava alla scuola materna e io piangevo disperata vedendola andare via. Forse anche da prima, ma non me lo ricordo. Ad un certo punto, alla scuola materna, mi sono abituata. Ho pianto solo per due anni, il terzo non ho pianto più.

Non so salutare anche se poi sono contenta di quello che vado a fare. Il problema è il salutare.

Io non so salutare la mattina, quando si deve iniziare la giornata. Non so salutare la sera quando si va a dormire. Non so salutare al telefono. Soprattutto al telefono, e faccio chiamate lunghissime che non finiscono mai e in cui alla fine non si dice nulla solo perché non so riattaccare, ma in realtà così diventa ancora più difficile poi riattaccare perché si è passato tanto tempo a non dire nulla e allora ci si dispiace anche.

Una volta, qualche anno fa, una mia amica mi ha detto: “Al momento di salutarsi tu fai una faccia strana e ti contorci tutta.”

Era un momento, quello, in cui avevo molta paura di salutare. Avevo paura di ritrovarmi da sola. Appena mi ritrovavo da sola, per esempio se camminavo per la strada, facevo discorsi nella mente in cui immaginavo di parlare con altre persone. Questo, ovviamente, dopo aver provato a chiamare metà della mia rubrica e non aver ottenuto alcuna risposta.

Era un periodo in cui tante cose peggioravano il mio non saper salutare. Perché il panico per il salutare è una cosa che ho da sempre, ma alcune cose lo rendono più difficile.

Le persone che scompaiono. Le persone che dicono che non scompaiono, ma poi scompaiono lo stesso. Chi non risponde mai al telefono. Chi, al momento di salutarsi, non vuole mettersi d’accordo su quando vedersi perché “meglio decidere all'ultimo, in base a come ci si sente” e se chiedi: “Quando ci vediamo?” ti guarda come se avessi appena pronunciato un’orribile formula matematica incomprensibile. Le persone che non hanno alcun problema a salutare e ti dicono: “Ma perché stai male perché ci salutiamo? Non capisco.”E allora non solo non si sa salutare, ma ci si sente anche stupidi a non saperlo fare.

Chi dice: “Poi ci sentiamo”. Soprattutto chi dice “poi ci sentiamo”. C’è quel poi che si allunga all'infinito e quel ci sentiamo che non si capisce che cosa sia. A me “poi ci sentiamo” fa schifo, sarebbe meglio “non sentiamoci più.”

La prima volta che mi ha salutato, A mi ha detto “poi ci sentiamo.”

La seconda volta che mi ha salutato, io gli ho detto: “Non so salutare.”

Era mattina ed eravamo in piedi davanti al cancello di casa sua, pronti ad andare in due direzioni opposte. Io mi sono bloccata e gli ho detto: “Io non so salutare.” Lui si è messo a ridere. Mi ha detto che salutarsi non vuol dire non vedersi mai più. Io ho detto che lo sapevo.

Ma che non sapevo salutare lo stesso. Poi però l’ho salutato e ho scoperto che sono sopravvissuta. L’ho rifatto. Sono sopravvissuta di nuovo. 

Ma ancora, in alcuni casi, mi blocco.

Per esempio, non so salutare i luoghi che so che non vedrò più.

Quando abbiamo venduto la casa al mare, io non ci sono andata. Non ci sono andata quando sapevo che quella era l’ultima estate per andarci, perché andarci significava passare tutto il tempo a dirsi: “Non ci verrò più.” Io e il mio panico avremmo passato ogni minuto della giornata a guardare ogni singola cosa intorno a noi, qualunque cosa, e a dirci: “Questa è l’ultima volta.” Quindi io e il mio panico, semplicemente, scegliamo di non salutare. Scegliamo che abbiamo già salutato quel posto quando non sapevamo che non lo avremmo rivisto.

A volte io e il mio panico facciamo la stessa cosa con le persone.

Questo a me e al mio panico dispiace.

Poi ci diciamo che forse i saluti sono sopravvalutati.

Non abbiamo una risposta.

Forse ce lo diciamo solo per non rimanerci troppo male. I saluti sono importanti. Ma anche il prima dei saluti lo è. I saluti sono difficili perché c’è il prima dei saluti che è importante. Se non c’era, i saluti erano facili. Non è difficile salutare uno sconosciuto per strada o al supermercato.

Salutarsi è importante per il prima, quindi è anche importante creare un prima. Forse questo è più alla portata del mio panico. Creare tanti bei prima.

E, intanto, imparare a salutare quando si arriva, oltre che quando si va via, perché anche quello non lo so ancora fare.

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