Il panico e il matrimonio parte 3 – Mia madre e i vestiti, ma soprattutto mia madre



Sto scrivendo il post su mia madre seduta sul mio vecchio letto a casa dei miei genitori, in una posizione scomodissima. Sto seduta sul letto perché mia madre ha ormai il pieno possesso della mia scrivania. Perché la mia vecchia camera è ormai diventata la sua stanza per lo smart working.

Ha appena chiesto a mia sorella di scriverle “buongiorno” sulla chat di Skype di una riunione di lavoro, perché non sapeva come fare.

Poi tutti i suoi colleghi hanno iniziato a parlare. Mi sono quindi trasferita in cucina, dove mia sorella fa colazione e c’è più silenzio.

E quindi posso scrivere a proposito di mia madre e del matrimonio. E dei vestiti, ma meno, perché mia madre è un argomento più interessante.

Mia madre ha una passione sfrenata per i matrimoni. Nel senso che lei, se vede per strada un matrimonio, si ferma a guardare, incantata. Quando ero piccola, mi ricordo che mentre andavamo in giro, a volte gridava: “Una sposa!” e costringeva me e mia sorella a fermarci e a guardare. Io mi annoiavo e volevo andare via. A me le spose sembravano tutte uguali, perché erano tutte troppo truccate e avevano un vestito sempre simile.

Mia madre invece quei vestiti li trova bellissimi. Solo che lei si è sposata con un tailleur rosa, perché dice che era ridicolo andare in comune in vestito da sposa.

Io i vestiti da sposa li trovo inutili, perché si usano una volta sola. E a me il bianco non sta bene, perché la mia pelle è troppo bianca e non crea il minimo contrasto. Un po’ mi mettono il panico, i vestiti da sposa, perché li vedo enormi e lunghi e troppo, troppo bianchi, e io mi macchio sempre. E perché mi viene il panico al pensiero di andare a provarli e scoprire di essere nella scena di un film romantico americano, di quelli che se hanno il lieto fine ti sembra scontato, ma se per caso non ce l’hanno ti arrabbi perché è troppo fuori posto. E mi viene il panico a pensare al povero vestito destinato ad una vita dentro all’armadio, inutilizzato.

Per fortuna il mio panico per i vestiti da sposa è un panico ben consolidato, perché nessuno ha provato neanche a propormi di indossarne uno.

Io e mia madre siamo andate in giro a trovare delle stoffe non bianche per far fare alla sarta un vestito non da sposa.

Siamo andate in negozi ricolmi di stoffe colorate e a me è venuto il panico delle scelte perché c’erano troppe cose. Quando poi descrivevamo al negoziante quello che ci serviva e lui ci rispondeva con una serie di nomi e misure, mi veniva il panico di non aver idea di cosa stesse dicendo, e chiamavo la sarta per chiederle di tradurre quello che avevo appena sentito.

Però è stato divertente, soprattutto per mia madre. Da quando ha avuto la notizia del matrimonio, lei si continua a ripetere: “Io sono la madre della sposa”, come se fosse un ruolo ben definito e molto ambito.

Quando io e A abbiamo detto ai miei genitori che ci sposavamo, era una sera poco dopo il mio compleanno. Quando siamo andati via, mio padre ha proposto a mia madre di prendersi un lexotan per dormire. E le ha detto: “Sono contento di questa notizia, almeno per qualche mese sei sistemata. So che sarai comunque contenta, perché c’è il matrimonio”.

Poi c’è stata la quarantena e tutto si è un po’ messo in pausa, ma mia madre continuava a guardare vestiti e a proporre cose. E, grazie alla quarantena, il matrimonio è stato rimandato di un mese, e quindi lei ha avuto un mese in più per stare nel suo ruolo di madre della sposa.

A quanto pare in questi ultimi giorni ha problemi a dormire la mattina. Si sveglia troppo presto e pensa “a tutte le cose da fare per il matrimonio”. Io le ho detto: “Ma quali cose, esattamente?”. Mio padre le ha detto: “Ma mica ti sposi tu.” Mia madre ha risposto: “È peggio.”

A quanto pare, anche a mia madre è venuto il panico per il matrimonio.

Commenti

  1. Menomale che mancano solo 5 giorni, sennò poveraccia ci lascia le penne.

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