Diario del panico in quarantena 7- Il pianeta fuori mentre si è dentro casa



Abbiamo tutti visto le immagini di varie città cinesi con meno smog. Anche il mio panico le ha viste.

Abbiamo tutti pensato alla macchina che non usiamo, alle strade vuote. Anche il mio panico ci ha pensato.

Il mio panico si è particolarmente rallegrato per gli aerei che non volano, perché lui li odia. Non perché ne abbia paura (stranamente non ne ha) ma perché gli aerei inquinano.

Poi, però, il mio panico ha iniziato a documentarsi con un numero infinito di articoli online sul cambiamento climatico aperti su un numero quasi infinito di schermate del pc. Ha ascoltato una serie innumerevole di podcast sul medesimo argomento mentre si allenava dentro casa o puliva il bagno. E ha capito che tutte queste piccole cose positive momentanee non sono buone. Proprio no. Per prima cosa, perché originano da qualcosa di brutto.

E poi, perché, appunto, sono momentanee. Dopo ogni grande crisi,  il mondo si riprende. Ha fretta di riprendersi e recuperare il tempo perduto. E questa fretta e questa ripresa non fanno tanto bene al pianeta.

Quindi, tanto per cambiare, ho trovato nuovi modi per impegnare il mio panico ad interrogarsi su questioni ansiogene come la crisi climatica.

Ma c’è stata una novità.

Forse questo periodo in casa mi sta rendendo più saggia. O forse è solo che A dopo un po’ si è scocciato di vedermi ciondolante per casa con la faccia mogia. Si è stufato di chiedermi: “Che c’è?” e avere come risposta: “Le foreste” – “Ora cosa c’è che non va?” “L’Amazzonia nel 2030 potrebbe non assorbire più C02”-  “E ora che c’è?” “Gli oceani”. Quindi mi ha gentilmente fatto notare che la pandemia poteva bastare per avere abbastanza panico per il momento, e che quindi magari potevo provare a non accrescerlo ancora di più.

Ma forse il mio cambiamento non è dovuto solo alla scocciatura di A. Forse, appunto, sono diventata più saggia. Ho iniziato a realizzare una cosa che a me e al mio panico delle scelte sembrava impossibile. Ho iniziato a capire l’importanza della selezione.

Adesso che quasi tutto è stato accantonato, salvo le serie tv, la lettura, lo yoga, il balcone quando non fa freddo e poco altro, tipo lo studio e le ripetizioni al telefono, ho iniziato a pensare a cosa voglio reintrodurre una volta che si potranno reintrodurre le cose. Perché il mio panico delle scelte, ovviamente, unito a quello di deludere le persone se non dico sempre di sì e non faccio come vogliono loro, mi dice che sarebbe opportuno reintrodurre tutto, ogni singola cosa, ogni attività che c’era prima. Però io ho iniziato a chiedermi: a cosa voglio dare la priorità?

E quindi, se ho il panico per il pianeta, forse posso usarlo per fare qualcosa, oltre che angosciare me e chi mi sta intorno.

Per il momento continuo ad ascoltare podcast, mentre cerco di non bruciare il pranzo e la cena, e ad aprire troppi articoli sul pc.

Commenti

Post più popolari