Dormire


Spesso a un certo punto di una serata avviene una cosa. Il mio telefono squilla. 

Cioè, squilla la sveglia del mio telefono. E la sveglia del mio telefono ha un suono inconfondibile di sveglia del telefono, che non può essere scambiato per una chiamata o per qualcos'altro. No. E dato che suona a orari come mezzanotte o l’una, la domanda che mi viene rivolta subito dopo è: “Ma perché hai la sveglia a quest’ora?”.

Io qui faccio una pausa.

Non so se sia perché ormai conosco la scena che accadrà e mi godo un momento di pausa prima che inizi o perché non mi va davvero di farla partire. 

Poi rispondo: “Io mi metto le sveglie la notte.” Pausa. “Perché?” chiede l’altro/chiedono gli altri. Pausa. “Perché a me fa impressione dormire". “Eh?”, “ Mi fa impressione dormire tante ore di seguito, perché mi sembra di essere morta. Mi fa impressione non essere cosciente per tutte quelle ore. Allora mi metto la sveglia per ricordarmi che sono viva.”

 E qui è il momento dell’altro/degli altri per fare una pausa.

Credo perché non sappiano davvero cosa dire. Forse perché sono anche un po’ preoccupati. Forse perché sono usciti con me e pensavano che in fondo io fossi una ragazza carina e simpatica, con un po’ di rossetto e non tanto trucco e un vestitino a fiori. E invece ho appena detto che a me piace essere svegliata la notte, talmente tanto che lo faccio da sola. Pensano a dove avrebbero potuto vedere accenni a questa mia pazzia, che avrebbero potuto far capire prima la situazione. A cena? Camminando per andare alla macchina? Organizzandosi al telefono?

Mi è capitato di essere a un primo appuntamento e di sentire la mia sveglia che squillava. E quindi di non aver alcuna possibilità di farla passare inosservata (se si è in gruppo questa cosa è ancora possibile a volte, magari in quel momento qualcuno alza la voce, o la alzo io, o comunque c’è molto rumore). In due non è possibile. Ma a me piace. 

Mi piace che mi venga servito un tale argomento di conversazione su un piatto d’argento. Mi piace perché sarà un argomento diverso dal solito.

Possiamo pure aver passato la serata a dire cose come “hai fratelli o sorelle-ti piace quello che fai-dove sei andata a scuola-sembri timida- ma di che colore hai gli occhi – io vengo sempre in questa pizzeria – ti va di andare a prendere un gelato – da piccola prendevo sempre gli stessi gusti – tu sei una a cui piaceva studiare – vai d’accordo con i tuoi – dove esci la sera”.. ma poi qui si apre tutto un altro capitolo e l’altro non potrà che sentirsi legittimato a dire qualunque altra cosa scomoda e imbarazzante, che pensava magari di riservare per un momento di maggiore conoscenza. Ormai è andata, e si salta direttamente allo step successivo. Anzi, con un salto se ne saltano tre e si arriva al quarto.

Spesso si sviscera più a fondo la questione impressione. Ovvero: che vuol dire che ti fa impressione? Allora, mi fa impressione perché mi fa impressione. Mi fa impressione perché mi sento morta. Perché un momento sono sveglia e quello dopo no. È questa cosa che io trovo davvero tremenda. Il fatto che io non possa avere la consapevolezza di stare dormendo, che è come se per un po’ io non esistessi. È molto antipatica.

Se ci penso prima di addormentarmi mi vengono i brividi. Realizzo che un momento sono sveglia e quello dopo no, è tremendo, non mi accorgo del momento di passaggio. Questa cosa mi manda in tilt. Per questo ho messo a punto il sistema delle sveglie.

Criticato, a ragione, da tutte le persone che mi conoscono perché : “interrompi il tuo sonno-non ti riposi mai davvero – non entri mai nella fase rem – guarda che se non dormi poi stai male – guarda che ti si sono sballati tutti i ritmi sonno-veglia”. Criticato soprattutto da A, il mio ragazzo, che vivendo con me e di conseguenza dormendo con me, me l'ha vietato. Chissà perché. 

Che poi non è che quando mi sveglio io faccia granché. Anzi, non faccio nulla.

Apro gli occhi, mi guardo intorno, realizzo di essere sempre viva, metto una nuova sveglia, torno a dormire. Ma è l’idea di aver messo la sveglia che mi rassicura. È un ponte con il mondo esterno. Che poi spesso non la sento, ma so che c’è. E ormai, a prescindere dalla sveglia, finisce che tutte le notti io mi sveglio. Da sola, spesso intorno alle 2. Poi ancora intorno alle 4-5. E sono contenta.

Ad esempio, ho avuto un coinquilino molto maldestro, che faceva un sacco di rumore per casa tornando la notte. Per me era perfetto. Aprivo gli occhi, vedevo l’ora, sentivo i suoi rumori, realizzando di essere viva, che c'era vita intorno, e poi mi riaddormentavo.


A me piace dormire con la vita intorno.


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